Una pittura sottile, che ricerca la delicata perfezione di un equilibrio solare e lunare allo stesso tempo. Studia la bellezza, rifuggendo la brutalità, la vita che è morte, per vivere nell’essenza delle cose, nell’armonia e nell’ideale della bellezza, che mantiene nascosto per tutto l’arco del suo discorso plastico, lasciandolo solo affiorare in superficie. Crea installazioni scenografiche, dove protagonista è la luce, la teatralità del momento per superare la descrizione la ricerca dell’allegoria nascosta nel cambiamento, nella capacità di essere misteriosamente magico, ed allo stesso tempo coerente e semplice, perché la simmetria regni sovrana separando nettamente i diversi momenti. La sua produzione si distingue per la varietà e la predilezione per temi idilliaci, per una visione edulcorata, per la forza dell’idea, per l’intensità cromatica con cui sono dipinti i momenti più felici … La scenografia diventa il mezzo per creare suggestioni, trasformando l’innocenza, cercando di forgiare un’esistenza sottile attraverso l’espressività, specialmente nella scultura, per essere coerente con la diversità nell’ambito di un chiaro dominio della tecnica.
(nota critica tratta da “INCONTRI D’ARTE” mostra d’arte contemporanea presentata dal prof. Vittorio Sgarbi
“La pittura di Michele Panfoli è brillante e ardita, possiede una carica dinamica continua, pur mantenendo un fondamentale equilibrio compositivo e, al tempo stesso, una tavolozza, ben padroneggiata con gusto e armonia”.
(tratto dal libro “Nuova Arte” Editoriale Giorgio Mondadori nota critica di Paolo Levi)
"L'Artista che indaga il profondo dell'anima e della mente" (Gianni Dunil)
“Nella sua arte Michele Panfoli si volge ad una ricerca personale radicata nella pittura del novecento ed aperta ad un linguaggio altamente creativo, ora misurato e serenamente narrativo,ora libero e istintivo, sempre articolato su più fronti e denso di rimandi e di messaggi che coinvolgono l’umano sentire, spaziando su argomenti di toccante attualità”. (Gabriella Gentilini)
La Figurazione in Michele Panfoli diventa mezzo per esprimere una realtà compositiva che trova in scelte stilistiche tecnicamente perfette la sua ragion d’essere. Le figure esprimono la loro grande forza evocativa attraverso le pennellate quasi “giottiane” dell’Artista. Il non detto assume le sfumature del fedelmente rappresentato. Il mezzo con il quale l’Artista racconta le sue opere è il segno. Il segno che percorre l’agire razionale che stanco di vagare nei labirinti della psiche chiede di essere riportato alla Luce. La linea raggiunge quella dimensione in cui il Significato si annulla a favore di un Significante che ha negli universali linguistici della comunicabilità la sua linea guida. Le sue tele si fanno portavoce di realtà manifeste che trovano in luci e ombre il loro status ideale. Con le sue opere Michele Panfoli ha il fine ultimo di coinvolgere l’astante che dallo sguardo distratto è indifferente a ciò che accade. La sua ricerca spazia tra una memoria che chiede di essere riportata alla luce e il non detto che trova nella dimenticanza la sua migliore rappresentazione. La tela da perfetta tabula rasa si trasforma in un nuovo mondo, fatto di sensazioni tacite ma al tempo stesso manifeste. L’Artista nelle sue opere va dunque oltre la classica figurazione accademica e arriva ad elaborare un linguaggio espressivo proprio. Un linguaggio dalle linee essenziali e dai significati profondi. I sentimenti nelle opere di Panfoli si fanno portavoce dunque, di emozioni significative. La componente emozionale traspare da ogni opera dell’Artista. Un’ emozione che assume significati “altri”. Un’emozione che assapora l’infinito e lo riporta su tela. Le sensazioni tacite sono facilmente percepibili. Il concreto prende il posto del banalmente accennato. La realtà che ci circonda, con i suoi limiti ed aspetti positivi. Da qui Michele parte per “elaborare” le sue composizioni artistiche. Composizioni che per la loro grande forza evocative sono destinate a far diventare Michele Panfoli uno dei più importanti Artisti Italiani Contemporanei.;( Data: 13-09-2010 - Dott. Salvatore Russo)
L’artista segue un percorso innovativo e personale,che raccoglie le sue positività contrapponendole al suo vissuto, evocandone i contenuti assopiti per renderli protagonisti sulla tela. Michele Panfoli crea con assoluta emozione, interrompendo a volte il collegamento con la realtà formale per discutere di un protagonismo che esalta il suo io artistico, evocandone le radici più profonde.
La sua produzione artistica rende il suo messaggio di profonda attualità, ponendoci al cospetto della sua conoscenza creativa che attraversa l’anima con i colori, e con il gesto dettato da espressioni di pura saggezza, di racconto mnemonico, di sogno filtrato della realtà, per dare spazio sempre più alle sue infinite energie. Michele Panfoli è il protagonista dei nostri tempi, capace di portarci con la sua surrealtà, in un mondo che accoglie la sua tensione artistica, fatta di accuse e di sofferenti sentimenti, riuscendo a trasformarli in un delicato bouquet di infinite emozioni. (Mariarosaria Belgiovine)
“L’eccezionale tematica di Michele Panfoli, realizza il confine pittorico a seguito del quale, l’artista con il suo mondo, la creatività e l’intrigante visione della passione di Cristo, pondera e ben struttura un’innovazione figurativa, di linee conducibili alla realizzazione del sogno come principale strumento trasfigurativo della stessa liberazione personale, conforme al progressivo mutar dei tempi e delle conseguenze da cui è in seguito atteso il duplice discorso di rinnovamento. Infatti, l’artista Michele Panfoli, dimostra con successione di immagini, come la Fede, si imbatte nelle più disparate situazioni che l’essere umano incontra, colmandone i tonalismi con l’attenzione verso la luce e le forme disposte, su modelli di vita nuovi, nei cui disposti iconologici, il dipinto, viene ad essere l’unico suo mezzo contemplativo per definire il vero esordio della vita nelle coerenti definizioni comportamentali della persona nel rispetto delle Leggi di Dio”.
(Recensione Critica di Flavio De Gregorio Critico, Storico dell’Arte ).